mercoledì 28 novembre 2012

Gnaccology

Oggi mi hanno fatto la periodica visita medica per l'idoneità al lavoro.

A parte che per valutare l'idoneità a fare il lavoro che faccio io servirebbe un team di esperti psichiatri e non la dottoressina del lavoro, ma vabè.

Facciamo due chiacchiere e poi mi chiede se sto bene.

Rispondo che in realtà no. Che sono piena di acciacchi, e mi fa male qui e là manco avessi novant'anni, e sono sempre stanca, e ho 'sta cervicale che non mi molla da un mese, e non riesco a dimagrire, e non ho più voglia di andare a correre....

Ma... sintomi particolari?

No, niente. Cioè, questi. Il punto è che per come sto io manca lo specialista. Bisognerebbe che alla fine di medicina qualcuno studiasse specificamente le cure per le persone che semplicemente si sentono un po' gnacche. Che se vai dal medico di base ti fa fare le analisi del sangue da cui non si evince mai una mazza.

La dottoressina ridendo concorda, e poi mi fa mettere sul lettino per la solita visita. Poi mi prova la pressione e nota che è bassa.

Si, l'ho sempre avuta bassa.

Si ma tre anni fa avevi centodieci, adesso quasi non fai novantacinque.

Ah ecco, te l'avevo detto che mi sentivo gnacca.

Eh ci sfido. Senti, perchè non vai a prenderti un caffè?

(un vero gnaccologo l'avrebbe percepito dall'alito, che ci avevo già pensato da sola un attimo prima della visita)

mercoledì 21 novembre 2012

Solidarietà fraterna


L'analisi dei dati che derivano da un anno abbondante di ascolto attivo ed empatico delle impressioni del Pituffo sulla scuola ci suggerisce che è ancora troppo presto per iniziare a convincerlo che andare a scuola sia per lui soprattutto un diritto, che il suo dovere sia esercitare questo diritto in modo attivo e responsabile e che il premio per chi svolge bene questo compito è la miglior qualità di vita che deriva dalla conoscenza del mondo che ci circonda e dalle maggiori possibilità che la cultura offre di portare avanti le proprie passioni.
 
Diciamo che teniamo questo concetto come obiettivo di lungo periodo. Per ora, ci accontentiamo che il Pituffo vada a scuola e svolga con impegno e con profitto ciò che gli viene richiesto. Un giorno, quando sarà più grande, capirà perchè. Almeno speriamo.
 
Dopo che la fine della Prima Elementare ci aveva illuso che fosse in corso una progressiva presa di coscienza delle proprie responsabilità scolastiche, l'inizio della seconda ci ha ripiombati nel baratro. Totale. Epocale. Con anche un certo sospetto di ribellione pre-pre-adolescenziale alla base.

Volendo mantenere in famiglia un clima gioioso ed amorevole, evitando di guastarlo con cazziatoni costanti e di suggerire il dubbio che la nostra stima per il Pituffo dipenda solo dalla sua performance scolastica, perchè alla lunga lui dovrà imparare a studiare per sè e non per far contenta me, ho deciso di spostare la diatriba sul più neutro dei territori.
 
Gli ho detto, caro Pituffo. Per ogni giorno che vai a scuola, io mi aspetto che tu:
- ti comporti in modo tale che le tue maestre non debbano venirsi a lamentare con me.
- porti a casa almeno il 90% del materiale di cancelleria
- Scriva sul diario i compiti che devi fare
- Porti a casa tutto il materiale che ti serve per farli
- faccia i compiti presto e bene

 
Al raggiungimento di ognuno di questi obiettivi io segno una stellina. Alla fine della settimana trasformo le stelline in monetine e questo ti permetterà, al raggiungimento del 100% dell'obiettivo, di poter andare, nel weekend, a comprarti in edicola una sciocchezzina che ti piace tanto.
oppure potresti iniziare un piano di accumulo per un acquisto più importante, ed in ogni caso visualizzare un indicatore della tua bravura di studente settenne.
 
La prima settimana la proposta è stata ignorata.
Al sabato, la vista contemporanea dell'edicola e della mamma che diceva "eh, purtroppo non hai raccolto abbastanza stelline" ha illuminato il Pituffo.
Che a partire dalla settimana successiva è diventato lo Studente Modello.
Non fa proprio sempre i compiti presto e bene, ma ho smesso di stressare le mamme dei compagni di scuola per la dettatura dei compiti e la fotocopiatura di schede e libri.
 
Solo che a quel punto anche la Pulce ha dichiarato di volere delle stelline.
 
Allora ho pensato al vero grande problema che deve risolvere il prima possibile, che è questa stipsi cronica e ostinata che si porta dietro dalla nascita e che va peggiorando man mano che migliora la sua capacità di trattenere la cacca.
 
E le ho promesso una stellina per ogni giorno in cui finisce di bere la sua bottiglina di acqua fuori pasto.
Un'altra per ogni giorno in cui beve tutta la sua tisana potenziata con la polverina magica.
Una per ogni volta che a colazione o a merenda si mangia tutto un frutto.
E ben tre stelline fosforescenti ogni volta che fa la cacca!!!
 
Suo fratello, che fin dalla nascita ha un intestino perfettamente puntuale e a volte financo iperattivo, mi ha fatto notare che gli obiettivi della Pulce gli sembrano decisamente meno impegnativi dei suoi.
 
Io gli ho risposto che invece sono entrambi nella stessa situazione.
 
C'è una cosa che sareste perfettamente capaci di fare, che tutti i bambini della vostra età dovrebbero fare tutti i giorni in modo sereno e naturale, e invece per qualche motivo avete deciso di non farla. E questo crea problemi a voi, e di conseguenza fa preoccupare la mamma e il papà. Non dovremmo premiarvi per fare queste cose, perchè sono cose normalissime che tutti devono fare. Ma se serve un aiuto per motivarvi, ci adattiamo.
 
Il Pituffo ci pensa un po', e poi.
 
Vabè Pulce, vorrà dire che se ti mancherà qualche stellina ti farò un po' di cacca io.

martedì 20 novembre 2012

Complicazioni cinofile

Allora, dice il marito, io domenica se proprio non è un problema considerando che da una settimana non ti passa il torcicollo, hai la mamma in ospedale e non hai nemmeno potuto usufruire di troppa nonna-sitter perchè nel frattempo pure il nonno-sitter ha pensato bene di rompersi una gamba... se proprio non è un problema, dicevamo, io andrei a quel corso di addestramento del cane alla ricerca dei tartufi.

Beh, rispondo io. Se proprio non ti crea problemi il fatto che andare a tartufi sia un'attività da omarelli, che la probabilità di trovare un tartufo è inferiore a quella di vincere il superenalotto, che una volta eventualmente trovato e portato a casa il tartufo scopriresti che nemmeno mi piace particolarmente, e sorvolando anche sul dettaglio che il Bolognese non è propriamente un cane da tartufi... si, certo, vai pure, divertiti.

Ne approfitterò per portare i bimbi a trovare la nonna in ospedale, e poi già che siamo li' allunghiamo la strada fino al Decathlon visto che la Pulce sta per iniziare la piscina, e poi già che siamo li' allunghiamo la strada fino al centro commerciale, che mi mancano giusto due cose in frigo e ne approfittiamo per farci un'idea delle proposte pro-natalizie.

Benchè faticosa, la giornata scorre nel migliore dei modi, volendo sorvolare su un lieve intoppo mattutino: sono infatti completamente scomparse le mie chiavi di casa, che per inciso costituiscono l'unico mazzo abbinato ad un telecomando da garage. E' scomparsa anche la mia auto, e questo avrebbe anche senso: avendoci installato dentro l'impianto a GPL, il bagagliaio del Maggiolone è a malapena sufficiente per ospitare un minuscolo cane da tartufi, mentre lo strano fuso orario su cui vive la Pulce rende opportuno tenere in macchina un passeggino dove adagiarla addormentata quando meno te l'aspetti. Grande è quindi la mia sorpresa quando, dopo essere entrata in garage scavalcando dalla cantina, mi accorgo che il marito è partito col Doblò E mi ha fatto il dispetto di mettermi il Maggiolone nel garage uscendo dal quale sfondo il cancello una volta su tre. Non prima, naturalmente, di avermi fatto sparire il telecomando di detto cancello oltre che del garage medesimo.

Ma, dicevamo, la giornata è molto intensa, e riusciamo pure a divertirci, e verso la fine il papà e la cagnolina ci raggiungono. Hanno avuto anche loro una giornata divertente, con questo corso in cui ai cagnolini viene insegnato a cercare la cannella e i chiodi di garofano, attività che per qualche motivo dovrebbe aiutarli, un giorno, a fiutare un tartufo. 

Poi riparte la settimana col consueto delirio aggravato dai nonni rotti... e arriva stasera, quel brevissimo istante di calma in cucina in cui i bambini si stanno lavando le mani per cena.

Sai, pensavo, dice il marito con la tipica aria di chi abbia appena avuto l'idea che cambierà il futuro dell'umanità. Se io riuscissi a confezionarmi un portachiavi imbottito di chiodi di garofano e cannella...

Vorrai dire se "io" riuscissi a confezionarti un portachiavi imbottito di garofano e cannella.

Beh, certo. Comunque, dicevamo. Se io riuscissi ad insegnare alla Vileda a cercare il garofano e la cannella e poi attaccassi i chiodi di garofano e la cannella al portachiavi, quando non trovo le chiavi potrei mandare lei a cercarmele.

...

Anzi, potrei anche fare due portachiavi diversi, uno tutto di garofano e uno tutto di cannella, e attaccarli alle chiavi e al portafogli. A quel punto, se la Vileda imparasse a discriminare, io potrei darle il comando giusto e lei potrebbe riportarmi l'oggetto smarrito corrispondente.

Beh, mi sembra un'idea geniale. Soprattutto considerando che il tuo cane impiegherà meno tempo ad imparare a fiutare garofano e cannella, che tu a imparare a vuotare le tasche in un punto specifico dell'ingresso ogni volta che lo attraversi!!!!!

venerdì 9 novembre 2012

Sempre più complicati

Qualora gestirsi la vita con due figli, quattro cani, un gatto, i pappagalli, i pesciolini, il lavoro fuori provincia e la malattia mentale che mi obbliga a trovarmi ogni tre mesi un nuovo hobby costoso e impegnativo (l'attuale è l'uncinetto, sbloggherò) non fosse sufficientemente complicato...

... mi si è rotta la mamma. A livello della testa del femore.

Per inciso, la mia mamma non ha altri parenti oltre a me e vive sola a Milano.

Mi è sembrato opportuno evitare che lei affrontasse questa cosa da sola, e l'ho costretta a trasferirsi presso un ospedale qui vicino. Dove le viene garantita un'ottima assistenza ortopedica, con enormi punti interrogativi sull'organizzazione del percorso riabilitativo per via del fatto che non è residente.

Dico "costretta" perchè lei avrebbe preferito di gran lunga rimanere a Milano, e poi eventualmente in una qualche residenza riabilitativa delle suore sadiche in un qualche punto delle montagne lombarde, abbandonata a sè stessa a lamentarsi dell'assenza di quella stronza di sua figlia. Però almeno, dice lei, le suore sadiche gliele avrebbe passate la mutua.

Anche io, se proprio lo volete sapere, avrei preferito non averla fissa in casa per un periodo indefinibile.

Ma così sarà, se vi avanza una preghiera mandatecela. A me, ma soprattutto ai bimbi. Sette anni di duro lavoro per illuderli di avere una nonna normale stanno per andare in frantumi.

Per ora è in ospedale, a riprendersi dall'intervento che è andato benissimo. Presto comincerà a corrermi dietro, ed avrà pure una gamba bionica con cui farlo.

Ho molta paura.