sabato 19 gennaio 2013

Alla ricerca del regalo perfetto /2: the pink factor

Avendo il compleanno in questa data sfortunatissima troppo vicina al Natale e troppo lontana dal primo giorno utile per festeggiare con gli amici, la Pulce ha vinto, già dall'anno scorso, il diritto di andarsi a comprare da sola il regalo. L'anno scorso è stato facilissimo: eravamo a Londra, le abbiamo messo a disposizione tutto Hamley's e lei ha scelto in trenta secondi esatti. Una bambola "effetto bebè" che si è rivelata leggerissimamente difettosa e che ci è stata sostituita l'indomani, senza domanda alcuna.

Quest'anno, con una bambina più grande, con alle spalle un anno di bombardamento pubblicitario e davanti ad un negozio fornito esclusivamente di giocattoli "as seen on TV", contavamo di cavarcela ancora più semplicemente.
Invece la Pulce ha analizzato il negozio fino all'ultimo dettaglio, ha riso con suo fratello al pensiero di portarsi a casa una testa mozzata di Barbie da pettinare, ha detto che le Princy Bambine potevano piacerle, e che se volevamo avrebbe portato a casa anche una Barbie con tutta la sua macchina... ma che in realtà quello che lei desiderava veramente per il suo compleanno era una radio delle principesse con cui far suonare la musica delle principesse. Appuriamo con qualche domanda di approfondimento che ciò che la Pulce ha in mente è un lettore di CD per bambini, con cui fare il lavoro che noi genitori al nostro tempo abbiamo fatto col mangiadischi. 
Diciamo alla Pulce che ci sembra un'ottima idea e andiamo a cercarlo.

Nel reparto Principesse scopriamo che è previsto il make-up vero e il cellulare finto, ma nulla che abbia in qualche modo a che vedere con l'ascolto della musica.

Nel reparto Strumenti Musicali ci accorgiamo che la fascia Principesse non comprende strumenti musicali nè riproduttori ma esclusivamente un microfono, con o senza asta. Immaginiamo che le Principesse lo impugnino e cantino al suono della musica che parte magicamente in sottofondo.

Un lettore CD ci sarebbe stato, ma è momentaneamente esaurito. In fondo, Natale è passato da 4 giorni.

Poco male, diciamo alla Pulce. Andiamo al Centro Commerciale e là, nel mega negozio di elettrodomestici, troveremo senz'altro un lettore di CD per te, magari anche rosa come piace alle ragazzine leziose.
La commessa del negozio degli elettrodomestici, coinvolta nella nostra ricerca, ci informa che le moderne ragazzine leziose scelgono il lettore di mp3, che è disponibile in sette diversi toni di rosa. Il radione portatile col lettore di CD c'è solo in tre esemplari, financo bruttissimi. La Pulce ha (durata delle pile permettendo) libero accesso a un ipod touch, benchè di prima generazione, e sospettiamo che un lettore mp3 "solo da musica" non le sembrerebbe un gran regalo.

Allora andiamo a vedere dal Giocattolaio Preferito, che quest'anno ahimè è stato pochissimo gettonato. Li' il nostro oggetto del desiderio c'è, in ben tre modelli diversi. La Pulce li guarda tutti, si accerta di poter veramente schiacciare tutti i tasti, ci pensa un po' ed annuncia:

Voglio questo. Ma rosa.

Le spieghiamo che la musica è sempre la stessa, che questo bianco e verde c'è subito e quello rosa dobbiamo ancora iniziare a cercarlo, che insistere per il rosa significa non avere il regalo per il vero giorno del compleanno ma dover aspettare (sperando) fino alla festa con le amiche... ma non c'è verso. Deve essere rosa.

Appurato che ci concede del tempo per cercarlo, andiamo su Amazon, dove in effetti l'oggetto dei desideri della pulce è citato, ma non disponibile.

Iniziamo a girare freneticamente per la rete.
Ne troviamo uno arancione sul catalogo online del Toys, sibillinamente indicato come "versione boy".

Decido che per la regola di base del mercato del giocattolo genderizzato, ad ogni versione boy deve corrispondere una versione girl. E che il catalogo online di una catena di negozi fisici deve in qualche modo trovare una corrispondenza in almeno un punto vendita della catena. Ovviamente non quello sotto casa nostra, da cui la ricerca era partita.

Nel frattempo mia madre ci annuncia che vuole tornare a casa sua prima del tempo. Reprimo le urla di gioia, la accompagno a casa in men che non si dica e, senza dire niente a nessuno, sulla via del ritorno mi infilo al Toys più vicino a casa sua.

E lo trovo.

Nel frattempo la Pulce va fantasticando sulla sua festa e del modo in cui imporrà agli amici di ballare al ritmo della musica della sua Radio delle Principesse.

Cerco di non pensare a quanto mi costerà l'animatrice professionista che ho assoldato per fare esattamente questo lavoro, e mi organizzo per fare in modo che il lettore CD della Pulce possa essere utilizzato immediatamente dopo l'apertura.

Apro la confezione con ogni delicatezza, svito la vite del vano pile, inserisco le medesime, tolgo il CD finto, inserisco quello vero, schiaccio play...

Non va.

Mando il papà al Toys ad informarsi per una sostituzione. E' possibile anche presso il punto vendita sottocasa, ma il prodotto non è disponibile. Possono darci un buono acquisto di pari valore.

Il papà torna a casa e spiega il problema alla Pulce, la quale dichiara di non desiderare altro che quella radio. Le spieghiamo che ci sarà da aspettare e lei, sospirando, aspetta.

A quel punto torniamo da Toys e manifestiamo la nostra volontà di avere il prodotto sostituito con uno funzionante.
Ci dicono che questo sarà possibile solo QUANDO E SE il prodotto arriverà nel loro negozio, tenendo conto che non hanno in mente di ordinarlo.
Visto che Natale è passato.
Nel frattempo non prendono in carico il nostro reso.
Ovvero, se per caso al ventinovesimo giorno non dovessimo trovarlo, dovremmo rassegnarci ad accettare il buono acquisto.

Peccato che non abbiamo più nessuna voglia di fare acquisti presso quella catena.

Per il prossimo compleanno ci toccherà regalarle un tablet e insegnarle a fare shopping online...

Un tablet rosa, ça va sans dire.

martedì 15 gennaio 2013

I giovani di domani

Quando io andavo alle elementari, la mia mamma si lamentava ad alta voce che ai tempi suoi era tutto diverso e migliore, mentre adesso la matematica si chiamava insiemistica, al posto dei temi ci facevano fare i "testi ad argomento libero" e soprattutto, orrore degli orrori, le maestre ci facevano scrivere con la matita sui fogli da disegno anzichè farci fare le cose in brutta copia e poi prenderci a bacchettate se copiando in bella uscivamo dalle righe o facevamo colare la china dal pennino.

Ora che la mamma sono io, pur sconvolta dal riscontrare che a mio figlio sono richieste le pagine di corsivo e cornicette che ai miei tempi erano ampiamente state definite obsolete, faccio tesoro dell'esperienza con la mia mamma e mi guardo bene dal giudicare o commentare le scelte didattiche delle maestre. Tantopiù che il loro metodo sembra star dando ottimi frutti, e quindi chissenefrega se hanno un sistema di geroglifici per scrivere i compiti sul diario, se utilizzano una cartella della tombola per fare operazioni che in colonna e col riporto verrebbero in metà tempo, e se danno ai bambini quintali di problemi diversi (una volta con le mele, una volta con le pere) che si risolvono tutti con la stessa operazione, e rispetto ai quali la parte più difficile è scrivere, in buon italiano e possibilmente anche in un corsivo decente "ora nel cesto ci sono 47 mele".

Ciò detto, passiamo l'intero pomeriggio di sabato a litigare col Pituffo per convincerlo appunto a finire di incollare le striscioline coi quesiti sulla frutta nel cesto, risolverli con un rapido calcolo, scriverne per esteso la soluzione, il tutto in tempo per godersi un pezzettino di weekend.

Poi finalmente ce ne andiamo a fare una passeggiata, e incrociamo proprio la maestra di matematica.

La salutiamo, ci scambiamo una chiacchiera perchè è simpaticissima e ci abbiamo un paio di argomenti in comune (oltre al Pituffo e alle sue abilità logico-matematiche), e nel salutarci lei dice:
"Ciao Pituffo, le hai già fatte le situazioni che vi ho dato di compito?"
Lui sbuffa un "si" che svela per intero il suo entusiasmo per l'attività, lei gli dice bravo e poi proseguiamo ognuno nella sua direzione.

Io mantengo il mio contegno per esattamente cinque passi e poi ridacchiando chiedo al Pituffo se veramente loro chiamino "situazioni" i problemini di matematica.
Lui mi dice certo, e mi fa notare che solo io e la nonna insistiamo a chiamarli problemini.
Ovviamente, con il tono che hanno quei figli che poi, quando sono soli con gli amici, parlano di te e di tuo marito definendovi "i matusa" (sempre che questo termine non sia a sua volta diventato obsoleto).

Memore del fastidio che mi procuravano i commenti di mia madre sull'insiemistica e sul testo libero me ne sto zitta.

Però penso che tra qualche anno, quando gli sarà scoppiata l'adolescenza, sarà alta la probabilità che mio figlio, anzichè dire "ho un problema" dirà "sono in una situazione".



Io ve lo anticipo: non sono pronta. E non garantisco che lo sarò tra cinque o dieci anni.



venerdì 4 gennaio 2013

Alla ricerca del regalo di compleanno /1: caccia all'errore.

Pur non avendo ricevuto nessuno stimolo in quella direzione a casa sua, dove il monopolio dei media è ancora detenuto dal Pituffo e dai suoi mostri col vocione a 78 giri, la Pulce è diventata una grandissima appassionata di principesse. Dalle generiche damine in abito lungo e rosa, alle Favolose, e naturalmente le Disney.

E cosi' pensavamo di poter tirare un sospiro di sollievo, dopo che il quattrenne precedente tendeva a chiederci regali reperibili esclusivamente nei negozi specializzati per collezionisti miliardari. O almeno cosi' sembrava. Perchè la Pulce sta attraversando una fase strana, in cui inizia a stufarsi di giocare a mamma coi bambolotti, ma non è ancora pronta per giocare alle ragazze con le bambole a forma di ragazza.  E la sua mamma non è disposta a comprarle parrucche dai capelli troppo lunghi e pantofole dai tacchi troppo alti, per sorvolare sul pre-make-up, che già faccio fatica a convincerla a lavarsi i denti figuriamoci se dovessi anche farla struccare a quattro anni.


Che la nostra fase non fosse un caso isolato ma bensì una specifica fascia di mercato non ancora sfruttata dal business Disney l'ho capito quando ho visto apparire le Principesse Bambine.

Abbastanza ovvia l'idea di andare, riciclando i soliti personaggi, a minacciare le quote di mercato dei vari Ciccibelli. Le cose che non mi tornano, sono:


1) Vero che "brutti in culla, belli in piazza", ma siamo sicuri che non si potessero fare delle bambole un po' più belline?




2) Possibile che le Principesse, che come tali dedicano l'intera loro giornata (e visto che le prendiamo dalla nascita, oserei dire l'intera loro vita) a farsi belle per i rispettivi principi, abbiano avuto un solo ed unico vestito dalla nascita alla morte? (esclusa ovviamente quella che è stata vestita di stracci ma da che ha sposato uno ricco si mostra esclusivamente in abito da ballo e finge d'esserci nata dentro)



3) Escludendo la piccola Tiana, che si vede nel film che aveva la mamma sarta che la vestiva da principessa per farla giocare, perchè hanno la corona fin dalla culla anche quelle che hanno acquisito il titolo per matrimonio?





4) Considerando che Walt Disney è un marchio globale, ma che i diritti delle bambine non sono ugualmente tutelati in tutto il Globo, questa bambola è da considerare un errore nella cronologia della storia, o la rappresentazione di qualcosa che non dovrebbe succedere ma che in certi posti del mondo succede?


Ma soprattutto (5): non dovrebbe il senso di fedeltà a questi personaggi che ci spinge ad acquistarne la bambola prequel presupporre un minimo di conoscenza delle storie delle medesime tale da impedirci di comprare oggetti contenenti grossolani errori?