lunedì 20 maggio 2013

Costruisco casa, speranzosamente /1.

Ai miei tempi le Barbie erano bambole piuttosto più costose di quanto non siano oggi.

Prima di rendermene conto, ho commesso il clamoroso errore di comprare, con molto anticipo sull'interesse della Pulce, un paio di Barbie a un euro al mercatino dell'usato. Contemporaneamente, mia suocera ha avuto la mia stessa idea.
Contemporaneamente, mia madre decideva di guadagnarsi il titolo di Prima Nonna Che Regala Alla Nipotina La Sua Prima Vera Barbie Nuova Di Zecca E Piena Di Accessori.

Nel frattempo, pur avendo noi specificato per iscritto che la Pulce per il suo compleanno avrebbe tanto
Una somiglianza in effetti c'è. Fisico a parte, mannaggia! 
gradito un bambolotto a forma di Principessa Quattrenne, la mamma che ha comprato il regalo da parte della classe ha ritenuto che la Pulce avrebbe potuto godersi di più una Barbie. Tantopiù che aveva spottato un abbinamento di Barbie Madre-e-Figlia che in effetti somigliavano parecchio a me e alla Pulce. A queste due meravigliose signorine, per far buona misura e per non deludere la voglia di principesse della festeggiata, si sono aggiunte Biancaneve, Cenerentola e Ariel, in formato Barbie, vestite da ballerine classiche. Ah, e Babbo Natale aveva appena portato Merida e il suo cavallo.

Dato che la Pulce con le Barbie ancora ci gioca molto poco, tutto questo Ben di Dio potrebbe stare ben chiuso in uno scatolone in cantina in attesa del suo giorno per essere goduto. Ma purtroppo no, non si può. Perchè la Pulce, stufissima di essere la più piccola della classe, si è data questo obiettivo di possedere/fare/adorare tutto ciò che possiedono/fanno/adorano le sue amichette.
Il lato positivo è che ha praticamente già imparato a leggere e scrivere, tutto da sola, guardando come fanno le bambine di gennaio.
Il lato negativo è questo enorme scatolone da rovesciare ogni giorno per guardarci dentro senza giocarci, che a sua volta contiene altre scatole: una per le Barbie, una per i vestitini, una piccola per quelle minuscolissime scarpette. E sul fondo, il cavallo,  la spazzola, il pettine...
E in mezzo, il "questo lo vorrei tanto" davanti a tutte le pubblicità degli arredi voluminosi per le Barbie. A cui ovviamente rispondo "si, certo, quando avrai dimostrato di saper tenere in ordine tutte le cosine della Barbie".
E dietro, e di fianco, tutti gli altri giochi ingombranti che non possono assolutamente essere mandati in cantina: i passeggini dei bambolotti, il carrello della spesa...

Laddove le idee per i Lego fioccano, non sembra che le mamme ordinate&organizzate del web abbiano tirato fuori chissà che geniale progetto per tenere tutte le cose di Barbie insieme in uno spazio limitato, organizzato e visivamente gradevole.

Quindi, ho iniziato a pensarci io.

E non so se vi ho mai detto che non solo mio suocero è un grande appassionato di bricolage falegnamistico, ma è anche bravissimo a costruire case di bambola. Concentrandosi prevalentemente sugli arredi, che tutto sommato sono la parte più difficile.

Quindi, che sarà mai prendere un progetto da Internet, modificarlo un po' e farglielo copiare.

Per ora, l'ho briffato sulla struttura, apportando lievissime modifiche funzionali a questo progetto qui:


L'obiettivo è di costruire un oggetto che sia:

- Una classica casa-per-bambole, ma in una misura adatta a giocarci con le Barbie (generalmente le doll's houses di legno hanno i soffitti più bassi).

- Un sistema per l'archiviazione "ragionata" di bambole, vestitini, accessori e arredi vari.

- Una oggetto un po' più bello ed originale della classica casa plasticosa di Barbie, e soprattutto che non richieda altrettante bestemmie per il montaggio .

La consegna è prevista per il compleanno della Pulce (che sta partecipando fin troppo attivamente alla progettazione), sicchè abbiamo quasi sei mesi di tempo.

Nei quali vi invito a condividere con me tutta la vostra esperienza... e anche le vostre idee per tenere ordinato questo meraviglioso mondo parallelo...

(segue)




mercoledì 8 maggio 2013

Dovevo dar retta alle femministe e tener duro.

Otto anni fa, quando l'ecografo si accese illuminando un inequivocabile paio di palline, il mio primo pensiero consolatorio fu "beh, almeno avrò una scusa per giocare tantissimo coi Lego".

Pensavo a quando mia madre non me ne comprava di nuovi, tarpando le ali ai miei immaginari progetti hollywoodiani, con la scusa che era un gioco da maschi. Anche se i miei progetti consistevano prevalentemente in villette con terrazze tali da sostenere le più affollate feste di Barbie.

Comunque, il Pituffo ha sempre reagito alla proposta-Lego con uno sguardo che recitava "questo mattoncino è cosi' poco interessante che proprio non capisco perchè dovrei incastrarne addirittura due", e quindi la voglia di Lego mi è rimasta.

Parlo di Lego come lo intendevo io ai miei tempi, e che ad oggi rappresenta questa minuscola frazione dell'offerta dell'omonima azienda:

Ovvero, di un numero X (possibilmente abbondantissimo) di mattoncini di poche forme standard, assemblando i quali è possibile dare forma a qualunque costruzione si affacci alla nostra fantasia.

Sembra invece che l'attuale offerta Lego sia sostanzialmente composta da quelli che loro chiamano "set" e che io, dopo averne ricevuto qualcuno in regalo, ho prontamente ribattezzato "i Lego dell'Ikea". Trattasi infatti di confezioni contenenti pochissimi mattoncini, tantissimi minuscoli oggetti di forme strane ed un numero imprecisato di equivalenti plasticosi dei tasselli di legno, corredati da un voluminoso libretto di istruzioni visuali non sempre chiarissime che permettono ai genitori, dopo un congruo numero di bestemmie, di consegnare ad un annoiatissimo bambino un giocattolo identico a quello raffigurato sulla confezione, ma totalmente ingiocabile dal momento in cui appena lo tocchi rischia di disfarsi, e se ne perdi un unico minuscolo pezzettino ti tocca buttare via tutto.

Questo per dire che i pochissimi set che il Pituffo ha ricevuto in regalo non hanno avuto particolare successo. Laddove invece i mattoncini di base stuzzicano da sempre la curiosità della Pulce.

Che li utilizza esattamente nel modo inteso dalla Lego per le femminucce: costruzione di scenari dove ambientare le piccole avventure dei suoi minuscoli pupazzetti. E non vi dico il brivido che l'ha colta quando ha scoperto che i mattoncini esistono anche nelle tonalità del rosa, e financo in abbinamento con ulteriori minuscoli pupazzetti, addirittura incastrabili sul lego stesso!!!

Per un bel po' l'ho tenuta convinta che quella scritta 6-12 sulla scatola dovesse assolutamente essere tenuta in considerazione. Poi siamo scese al compromesso che avremmo potuto prenderle per il suo quinto compleanno. Poi siamo andati a comprare il regalo di classe per la sua compagnuccia che compie cinque anni, ed è partita l'edizione 2013 del "io odio essere sempre l'ultima che compie gli anni, se le mie amiche fanno il compleanno allora ho già cinque anni anche io" che anche l'anno scorso ci ha accompagnati, quasi evolvendo in tragedia, da Maggio a Dicembre. E insomma, mi son lasciata intenerire. E siccome sembrava che nulla riuscisse a scrostare la Pulce da una testa mozzata di Barbie su cui sperimentare con il make up, ho timidamente proposto una passeggiata fino alla zona Lego.

Pensavo ad un acquisto stile questo.

Sono venuta a casa con questo.


Dove il pezzo più piccolo ha un diametro di DUE millimetri.

Inutile dire che la Pulce, in totale visibilio, dopo aver addirittura contribuito attivamente alla costruzione, ci sta giocando ininterrottamente da ieri pomeriggio.
Inutile dire che io, sconvolta, sto già pensando a come fare quando sarà ora di metterlo via. Una parte di me lo terrebbe montato per sempre, magari spargendo per sicurezza anche qualche gocciolina di Attack tra un mattoncino e l'altro. L'altra parte di me ammette di aver anche pensato:  "non male la villetta di Olivia come alternativa alla casa delle bambole: almeno quando hai finito di usarla la smonti pezzo a pezzo". Seicentonovantacinque pezzi, hem.

Comunque devo confessarvi che tutta la polemica che ho letto su queste signorine Lego Friends mi sembra un filo esagerata. Mia figlia, esattamente come io ho fatto alla sua età, usa comunque il Lego esclusivamente per costruire case e casette dove ambientare le avventure delle bambole. Io lo facevo con le Barbie, lei con i cuccioletti delle sorpresine Kinder.
Le signorine Friends hanno le gambe, le braccia e un'inquietante tendenza a smarrire la parrucca, ma nella funzione non sono per nulla diverse dai soliti omini Lego mezzi cubici, solo più carine. Peraltro il Pituffo si è scelto un Lego Chima, e anche l'omino con la testa d'aquila che c'era allegato ha la testa d'aquila decisamente più dettagliata rispetto ai copricapi degli omini cubici che ricordo io. E' solo che ai maschi, o almeno al mio, frega ben poco del resto della figura umana. 

Se differenziare un giocattolo tra la versione colori-di-base e la versione rosa-e-viola è indice di una volontà sessista-discriminatoria, io onestamente prima che alla Lego romperei le scatole ai produttori di biciclette. Che costano ben più di un secchio di mattoncini, eppure mia figlia già sbraita che quella gialla di suo fratello la inforcherà solo se la dipingeremo di viola.

Certo, io non avrei fatto i mattoncini rosa, anzi no: li avrei fatti, ma aggiungendo il rosa e il viola ai colori di base e creando mattoncini color dell'arcobaleno per tutti.

E poi venderei, rigorosamente a parte, i pacchetti di personaggini e gli accessorietti da due millimetri, in modo che ogni bambino si sentisse libero di mettere i personaggi che vuole sulla costruzione che LUI si è inventato, senza troppi libretti delle istruzioni.

Ma visto che questo non sembra compatibile con le attuali tendenze di mercato, ho bisogno che mi diate delle dritte.

Nel malaugurato caso in cui non riuscissi, nel medio periodo, a cavarmela con un secchio di mattoncini rosa e un altro paio di signorine in confezione mini, chiedo a voi genitori esperti di Lego:

Come si tengono in ordine le costruzioni in kit?

Si inchiodano con l'attack come se fossero gli esercizi di modellismo che in realtà sono e poi ci si gioca come se fossero i giocattoli raffigurati sulla confezione?
(fighissimo questo, devo assolutamente proporlo al nonno da realizzare!)


Si smontano a fine gioco e si reinseriscono nella confezione rigorosamente accoppiati con il libretto delle istruzioni, sperando che un giorno le creature diventino autonome nell'assemblaggio?


Si smontano a fine gioco e si buttano a casaccio nel cesto dei mattoncini, sperando che le creature utilizzino i pezzi per costruzioni libere e creative, conservando da una parte i libretti delle istruzioni, metticaso che un giorno vogliano riprovare e che l'attacco di nervi non colga nessuno già nella fase della ricerca dei pezzi nel cesto?

O si buttano nel cesto dei Lego montati, sperando che durino e incrociando le dita?

(scappo, che la Pulce vuole che le pettini il cagnolino da un centimetro e mezzo prima che il negozio chiuda...)